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Brunetta: Referendum, “Giornaloni stranieri pro-Renzi? Togliete il vino ai corrispondenti”

 

“#El Paìs #LeMonde #FinancialTimes #WallStreetJournal #Renzi #referendum Crescita zero, debito pubblico alle stelle e vulnerabilità delle banche. Dopo El Paìs e Le Monde, la pessima performance dell’economia italiana diventa il centro delle analisi preoccupate del Financial Times e del Wall Street Journal, che consigliano a Matteo Renzi una terapia-choc. In particolare il quotidiano finanziario americano titola ‘L’Italia sta provocando crescenti mal di pancia nell’Unione europea’, fornendo però una soluzione: nel referendum di autunno il ‘sì’ deve uscire vittorioso per dare al governo italiano maggiore stabilità e far ripartire in maniera conseguente la crescita”.

Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

“Dopo El Paìs che ha ribattezzato il Belpaese ‘la malata d’Europa’, tocca a Le Monde formulare la domanda più difficile: ‘Perché Matteo Renzi non riesce a raddrizzare l’economia italiana?’. Per il Financial Times invece non è il momento di discutere sulle ragioni della nostra crescita zero e in un articolo pubblicato proprio nel giorno di Ferragosto suggerisce al premier italiano di dare un ‘poderoso stimolo’ all’economia, specialmente per scongiurare la deflazione. Per Ft l’economia stagnante rischia di portare conseguenze pesanti anche nel settore bancario, già vulnerabile e infragilito. Esiste una seconda via d’uscita, parallela al forte stimolo che Renzi dovrà dare all’economia attraverso nuove riforme: trattare con Bruxelles un ‘margine di manovra’ che secondo il Financial Times deve essere accordato all’Italia in quanto è già successo per Spagna, Francia e Portogallo. ‘L’Unione europea deve essere comprensiva’ con il governo italiano, e Matteo Renzi sa bene che questa è la soluzione visto che sta per chiedere all’Europa una flessibilità di 10 miliardi di euro.

Che dire, tutti i grandi giornaloni stranieri concordano nel constatare come l’economia Italiana sia ferma (zero crescita nel secondo quadrimestre 2016); nel giudicare  sconfortanti le cifre della disoccupazione, che ha cominciato nuovamente a salire seppure lievemente: 11,6% contro il 10,1% della media dell’Eurozona (abissale come sempre la percentuale di giovani italiani senza lavoro: 36,5%, la media dei paesi europei è 20,8%); nel prendere atto che l’azione del governo Renzi si è ormai impantanata. Individuano alla perfezione il problema del nostro Paese, ma toppano clamorosamente nell’indicare, alcuni in modo esplicito altri in modo più velato, la soluzione: Renzi in sella, Sì al referendum costituzionale, nuova flessibilità e dunque nuovo deficit concesso dall’Ue all’Italia.

Sbagliato! Errori da matita blu. Se vince il Sì al referendum autunnale Renzi resta a Palazzo Chigi fino al 2018, e dopo, con l’Italicum, arriva Grillo. Altro che instabilità, instabilità al cubo. Se l’Ue concede altri margini di manovra a Renzi, questi non saranno usati per riforme serie e di prospettiva, ma per altre mance che il premier metterà in campo per tentare di vincere la consultazione costituionale. Altra polvere sotto al tappeto che dovremo ripagare, con gli interessi, nei prossimi anni.

La vera soluzione per i nostri problemi è una sola. La vittoria del No al referendum, Renzi a casa, e una nuova fase politica con la quale far realmente ripartire il Paese. Non esistono altre strampalate scorciatoie.

Notazione finale, volutamente ironica, ma non troppo. Togliete il vino ai bravi e giovani corrispondenti in Italia dei giornaloni stranieri. Da sobri si evitano simili incomprensibili svarioni”, conclude Brunetta.