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IL ”FINANCIAL TIMES” SI SCHIERA CONTRO IL REFERENDUM DI RENZI

 

IL ”FINANCIAL TIMES” SI SCHIERA CONTRO IL REFERENDUM DI RENZI: ”LE SUE RIFORME SONO UN PONTE VERSO IL NULLA. MEGLIO BOCCIARLE, L’ITALIA RISCHIA DI PIÙ IN CASO DI VITTORIA DEL ‘SÌ”’

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Si addensano nubi nerissime sul governo Renzi: sul sito del ”Financial Times” è apparso un duro editoriale di Tony Barber sul ”ponte verso il nulla” che sono le riforme costituzionali. L’editorialista, per bocciare il ddl Boschi, usa l’artificio retorico di associarle al Ponte Sullo Stretto, che Renzi ha recuperato dal cassetto dei sogni berlusconiani dopo averlo bollato ”uno spreco di denaro”.

Secondo Barber, ricicciare il ponte è un modo per ”ridurre l’incentivo dei fedelissimi di Berlusconi a farlo cadere in caso di sconfitta al referendum. Ma vale la pena un simile progetto?”. E da qui parte un micidiale attacco alle riforme costituzionali , ”che poco faranno per migliorare la qualità del governo, della legislazione e della politica. I poteri del Senato, la Camera alta del Parlamento, sarebbero drasticamente ridotti in favore della camera bassa. Il Senato non sarebbe più eletto con il voto popolare diretto, ma sarebbe composto principalmente da consiglieri e sindaci regionali. I suoi membri verrebbero tagliati da 315 a 100. (…) l’Italia non ha bisogno di più leggi approvate più in fretta, ma meno leggi e scritte meglio”.

L’articolo si chiude con una stroncatura definitiva, e dunque a un palese sostegno per il “No”: ”Nelle capitali europee, il sentimento comune è di sostenere Renzi. Un’Italia senza timone, vulnerabile a una crisi bancaria e al movimento anti-establishment dei Cinque Stelle, porterebbe problemi seri. Eppure, una sconfitta di Renzi al referendum non per forza destabilizzerà l’Italia. Una vittoria, invece, potrebbe far emergere la follia di mettere gli obiettivi tattici della sopravvivenza di Renzi davanti al vero bisogno strategico che ha l’Italia, quello di una sana democrazia”.

Il verdetto pare chiaro: il ”Financial Times” si schiera contro Renzi e il referendum.