SALARIO MINIMO, È DAL 2011 CHE IL CNEL DECIDE A MAGGIORANZA
“L’onorevole Scotto sembra ignorare che il CNEL decide a maggioranza da più di dieci anni, ossia da quando è stata cambiata la legge 936/1986 che prevedeva all’articolo 14, in caso di assenza di unità di vedute da parte dell’Assemblea, di limitarsi a prendere atto delle singole posizioni espresse dalle parti sociali ivi rappresentate. Stupisce che un parlamentare ignori la norma di legge che regola ormai dal 2011 un organo di rilevanza costituzionale”.
Lo precisano fonti del CNEL.
SALARIO MINIMO, PARERE CNEL RISPETTA RUOLO AFFIDATO DA COSTITUZIONE
“Nei commenti politici sul documento approvato oggi dal CNEL in tema di lavoro povero e salario minimo c’è chi dimentica come sia la Costituzione italiana, all’articolo 99, ad affidare al CNEL il compito di fornire pareri e proposte al Governo e al Parlamento. Nessun ‘delitto perfetto’, quindi, come afferma l’on. Conte, ma la libera e democratica espressione delle parti sociali nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali”.
Lo evidenziano fonti del CNEL.
SALARIO MINIMO, CNEL A BOCCIA: CON PARERE A GOVERNO ASSOLVE A SUO COMPITO COSTITUZIONALE
“Il CNEL, così come determinato dall’art. 99 della Costituzione, ha tra le sue funzioni quella di fornire osservazioni e proposte al Governo, che poi deciderà secondo le proprie competenze istituzionali. Dal 2011 è previsto che in Assemblea si decida a maggioranza, poiché vi sono rappresentati gli interessi dei corpi intermedi nelle loro varie articolazioni. Corpi intermedi che dopo il necessario confronto ricercano la posizione più condivisa possibile. A chi, come l’on. Boccia, paventa scarsa autonomia del CNEL, si ricorda che i componenti sono nominati dalle diverse associazioni datoriali e di rappresentanza dei lavoratori e non dal Governo. Inoltre, tra gli esperti solo 2 sono indicati dalla Presidenza del Consiglio, mentre gli altri 8 dalla Presidenza della Repubblica, oltre ai 6 rappresentanti del Terzo Settore. Il rischio di essere la “cinghia di trasmissione” del governo, come sostiene l’on. Boccia, semplicemente non sussiste, proprio a partire dalla stessa composizione del CNEL”.
Lo precisa l’Ufficio stampa CNEL.
SALARIO MINIMO, BRUNETTA: LA SALA VERDE DI PALAZZO CHIGI NON È ORGANO COSTITUZIONALE, IL CNEL SÌ
“Vedo che anche oggi qualcuno si esercita nel gioco al massacro contro il ruolo istituzionale del CNEL. Non mi stupiscono gli attacchi di natura prettamente politica. Rimango però sorpreso se giungono da parte sindacale, come nel caso del segretario generale della UIL FPL, il cui segretario Bombardieri fino all’ottobre dell’anno scorso mostrava apertamente la sua contrarietà al salario minimo per legge”. È quanto dichiara il presidente del CNEL prof. Renato Brunetta.
“Non so più come dirlo ed è incredibile che lo debba tornare a ripetere: l’art. 99 della Costituzione attribuisce al CNEL il compito – evidenzia Brunetta – di fornire pareri e proposte a Governo e Parlamento. Non è una semplice prassi o una consuetudine ma una previsione normativa di rango costituzionale. La Sala Verde di Palazzo Chigi, dove usualmente il Governo convoca le parti sociali, non è un organo costituzionale. Il CNEL sì, lo è. Voglio dare un’altra notizia: nell’Assemblea del CNEL si vota a maggioranza e i rappresentanti delle parti sociali che ne fanno parte possono esprimersi in modo unanime oppure dividersi. Se il sindacato si divide, come è accaduto legittimamente nel voto sul documento relativo al lavoro povero e al salario minimo, è veramente curioso che lo si imputi al CNEL, cioè alla casa che istituzionalmente li ospita, gli dà voce e ne riflette le volontà e le opinioni”.
BRUNETTA: È LANDINI A FARE POLITICA, FACCIA PURE, MA SENZA USARE IL CNEL
“A chi oggi dirige la CGIL e parla di ‘snaturamento’ del CNEL solo perché, invece di limitarsi a ratificare le tesi politiche di una minoranza, esercita compiutamente e democraticamente le funzioni sancite dal dettato costituzionale, sommessamente ricordo: è finito il tempo del ‘contrordine compagni’.
Il CNEL continuerà a svolgere in piena autonomia i propri compiti di organo di rilevanza costituzionale, proseguendo nella ‘via maestra’ dell’articolo 99 e votando, se necessario, anche a maggioranza, come peraltro previsto fin dal 2011 dalla legge 936/1986.
Cattivo pensiero: che non sia invece proprio chi dirige oggi la CGIL a volersi fare leader politico? Faccia pure, ma, lo ripeto, giù le mani dal CNEL”.
Lo dichiara il Presidente del Cnel, Renato Brunetta.
SALARIO MINIMO, BRUNETTA A LANDINI: HAI ROTTO L’UNITÀ SINDACALE CAMBIANDO IDEA
“Landini sostiene che il CNEL di Brunetta ha perso in autorevolezza. Mi chiedo chi veramente sia stato a perdere in autorevolezza: il CNEL di oggi, un organismo che continua a svolgere le proprie funzioni in piena fedeltà al dettato costituzionale e che delibera nel rispetto delle norme e delle prassi democratiche? Oppure è la CGIL di Landini che fino a poco tempo fa dichiarava insieme a CISL e UIL di essere contro il salario minimo per legge? Il CNEL di Brunetta ha solo preso atto di questo voltafaccia e non poteva fare altrimenti. Si è votato ed è venuta fuori la frattura all’interno del sindacato. Nove (CGIL, UIL e USB) su quarantotto membri del CNEL, esponenti delle parti sociali. Balzana idea quella di Landini: correlare l’autorevolezza del CNEL ai voleri ondivaghi oggi di un’estrema minoranza. D’altra parte, il CNEL storicamente è sempre stato a favore della contrattazione. Ha sempre sostenuto che la legge non debba mai sostituirsi all’autonomia delle parti sociali. Quando i sindacati la pensavano unitariamente in questo modo (secondo logica) a Landini andava bene. Adesso che CGIL e UIL hanno cambiato idea mentre tutti gli altri no, adesso che CGIL e UIL rompono l’unità sindacale e imboccano la strada dell’incoerenza, allora apriti cielo, abbasso il CNEL e chi lo presiede. Chi perde autorevolezza e credibilità? È bene che Landini su questo rifletta”.
Lo dichiara il presidente del CNEL Renato Brunetta.