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Brunetta: Bankitalia, “Chiediamo trasparenza su metodo calcolo valore capitale”

 

Saccomanni

 

 

 

“Apprendiamo con grande favore dal ministro dell’Economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, che, con riferimento al valore del capitale sociale di Banca d’Italia, il comitato degli esperti (di Banca d’Italia) chiamato a esprimersi nel merito ha individuato un range tra 5 e 7 miliardi. Tuttavia, non sono noti al Parlamento il metodo di calcolo e i documenti relativi ai lavori istruttori.

 

Rappresentando Banca d’Italia un bene pubblico, l’argomento assume carattere di interesse generale e strategico. Lo stesso dicasi per i riflessi che l’operazione può avere sull’economia italiana e per il significato che assume nei nostri rapporti con l’Europa e con il meccanismo unico di vigilanza che verrà affidato alla BCE.

 

Dall’operazione (win-win-win) derivano benefici per tutti: per le banche, che si ricapitalizzano e affrontano con meno pathos i parametri di Basilea III; per le imprese e le famiglie, che vedono riaprire nei loro confronti i rubinetti del credito; per lo Stato, che trae vantaggio in termini di gettito.

 

Pertanto, in nome della trasparenza, l’approfondimento della materia non deve limitarsi all’autoreferenzialità della tecnocrazia di Banca d’Italia, ma deve essere posto all’attenzione del Parlamento e dell’opinione pubblica.

 

Non ci vuole grande fantasia per stabilire quanto vale Banca d’Italia. Tutti i numeri sono, infatti, iscritti a bilancio. Basta, quindi, guardarli e si vedrà che il valore di 5-7 miliardi comunicato dal ministro Saccomanni sembra lontano mille anni luce dalla realtà.

 

Al 31 dicembre 2012 gli utili netti di Banca d’Italia erano pari a 2,5 miliardi: per cui ipotizzando un “price earning” (moltiplicatore degli utili per ottenere il valore dell’asset) di 10 si raggiunge la cifra di 25 miliardi. Per avere un’idea del carattere conservativo di questa valutazione si consideri che il price earning di Unicredit è pari a 30.

 

Se questi parametri sono ritenuti insufficienti, si guardi al capitale complessivo (comprensivo delle riserve accumulate) di Banca d’Italia, che, sempre al 31 dicembre 2012, era pari a 21 miliardi e 774 milioni. Oppure si consideri l’attivo iscritto a bilancio. Si tratta di circa 610 miliardi. Non tutto può essere considerato patrimonio netto, ma tra oltre 610 miliardi e 25 esiste una bella differenza, che non dovrebbe alimentare dubbio alcuno.

 

Con quale metodo di valutazione e analisi si sarebbe, invece, giunti al numero magico di 5-7 miliardi di cui parla oggi il ministro? Siamo sicuri che il comitato di esperti di Banca d’Italia fornirà tempestivamente al Parlamento tutti i chiarimenti necessari. Chiediamo al presidente del Consiglio, Enrico Letta, e al ministro dell’Economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, rispettosamente, chiarezza e trasparenza. In tempi brevi”.